"Fratello" protestò Porcellino, "questo è il tuo punto di vista, ma non hai considerazione per gli altri: io porto un carico pesante su una strada spesso in salita; la mia marcia è faticosa ed esige un sonno adeguato per ristorare le forze. Altrimenti, il giorno dopo, non sono in grado di riprendere il cammino."
"Approfittiamo del chiaro di luna per andare avanti finché possiamo" insisté Scimmiotto. "Finiremo per trovare una casa in cui fermarci."
Maestro e discepoli non avevano altra scelta che di seguirlo. Ma dopo un po' sentirono un gran rumore di acqua corrente.
"Ecco fatto!" esclamò Porcellino. "Di strada non ce n'è più."
"Ci sbarra il cammino una gran distesa d'acqua" disse Sabbioso.
"Come faremo ad attraversarla?" si inquietò Tripitaka.
"Prima di tutto vediamo quant'è profonda" propose Porcellino.
"Consapevole delle Proprie Capacità" esclamò Tripitaka, "non dire sciocchezze! Come farai a misurare la profondità dell'acqua?"
"Mi procuro un ciottolo e ce lo butto: se l'acqua è poco profonda, spruzza intorno e fa schiuma; se invece è profonda, lo inghiotte e gorgoglia."
"Proviamo" esortò Scimmiotto.
Il bestione tastò per terra finché trovò un ciottolo piatto e lo gettò nell'acqua: affondò subito gorgogliando e fece qualche bolla, come se un pesce fosse salito alla superficie. Porcellino dichiarò: "È acqua profonda."
"Bisognerebbe sapere anche quanto è larga" notò Tripitaka.
"Questo non lo so e non ho idea di come si possa misurare" rispose Porcellino.
"Darò un'occhiata" propose Scimmiotto.
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