E la regina, piena di vergogna, se ne tornò nella sua città, dove noi la lasceremo.
Intanto Scimmiotto e i suoi compagni inseguivano il turbine; lo videro giungere a un'alta montagna, dove il vento cessò e la polvere ricadde. Non avevano individuato il preciso rifugio dell'essere malefico e perciò, scesi dalle nuvole, si diedero a perlustrare i dintorni. In breve notarono sul pendio una grande roccia di granito che rifletteva il sole al tramonto e aveva la forma di un grande paravento; la aggirarono, tenendo il cavallo alla briglia, e scoprirono che nascondeva una porta a due battenti su cui erano scritti sei grandi caratteri:
MONTAGNA DEL NEMICO MORTALE - GROTTA DEL PI PA
Porcellino corse avanti, da quello sventato che era, per sfondare i battenti a colpi di rastrello; ma Scimmiotto lo trattenne in tempo: "Calma, fratellino. Abbiamo seguito il turbine in questa zona e abbiamo scoperto questa porta, ma non siamo sicuri che ci sia un nesso fra le due cose. Se sfondassimo la porta sbagliata, non ne caveremmo che grane. Prima di metterci all'opera, converrà che voi ritorniate con il cavallo al di là dello schermo di pietra e aspettiate che io raccolga informazioni."
"Giusto!" esclamò Sabbioso. "È quello che si dice pestar duro con finezza, affrettarsi con comodo."
I due ritornarono indietro con il cavallo. Scimmiotto fece un passo magico, recitò un incantesimo e con una scossa si trasformò in un'ape. Eccola:
Ali sottili che il vento scompiglia,
Livrea splendente, una tromba curiosa
Ed indiscreta, polline sul dorso,
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