Sabbioso si mordeva le dita e commentava: "Non so come, ma quella sudiciona doveva seguirci da un pezzo, perché sa tutto quello che ci è capitato."
"E allora" disse Porcellino, "non è il caso che ce ne stiamo con le mani in mano. Bisogna andare alla sua porta e provocarla a combattere; giorno e notte bisogna urlare e picchiare, per tenerla occupata e impedirle di farsi il nostro maestro."
"Per conto mio ho troppo mal di testa" rispose Scimmiotto. "Mi dispiace, ma non posso."
"Non è necessario tenerla sotto pressione" assicurò Sabbioso. "Da un lato nostro fratello ha mal di testa, d'altro lato il maestro è un vero monaco e non si farà certo sedurre dalle vanità del sesso. Sarà meglio che ci troviamo un cantuccio riparato dal vento e che ricuperiamo le forze. Quando si farà giorno discuteremo sul da farsi."
I tre condiscepoli legarono il cavallo bianco, scaricarono i bagagli e si stesero a dormire.
Intanto l'orchessa raccomandò alle servette di chiudere e vigilare bene le porte: due di loro dovevano dare l'allarme al minimo rumore sospetto. Poi prese un'aria mondana e ordinò: "Ragazze, preparate la mia camera da letto, accendete le candele e riempite d'incenso il brucia profumi. Poi portatemi il monaco cinese: voglio darmi bel tempo con lui."
Quando le portarono il reverendo, l'orchessa assunse un'aria seducente, lo prese per mano e gli disse: "Conoscerai il detto: in confronto al piacere più bello, l'oro non vale un ravanello. Divertiamoci da marito e moglie."
Il reverendo stringeva i denti. Avrebbe voluto scappar via, ma temeva di spingerla al delitto e si rassegnò a seguirla in camera tutto tremebondo. Stava muto e inebetito, incapace di alzare gli occhi, cieco agli arredi, ai begli oggetti e alle comodità. Le proposte impudiche di quella creatura non le sentiva nemmeno. Che bravo monaco!
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