"Grandi santi" risposero solennemente i sovrani infernali, impugnando gli scettri, "non ci sono altri registri da esaminare, presso di noi; dovrete risolvere il vostro problema nel mondo dei vivi."
Ma mentre parlavano, si fece udire il pusa Dizang: "Aspettate un momento. Incarico Orecchio Fino di distinguere il vero dal falso."
Orecchio Fino era una bestiola che stava abitualmente accucciata sotto la scrivania del pusa; orecchio al suolo, era in grado di distinguere i buoni dai cattivi e i saggi dai matti, fra bestie glabre, a scaglie, pelose, piumate e con guscio, come fra gli immortali terrestri, celesti, divini, umani e fantomatici. Per ordine di Dizang, la bestiola si andò ad acquattare in mezzo alla corte della Rete. Appoggiò l'orecchio al suolo, lo rialzò e disse al suo maestro: "So il nome della creatura, ma non posso dirlo in sua presenza, né partecipare alla sua cattura."
"Che cosa accadrebbe, se tu lo dicessi?"
"Temo che la creatura diventerebbe cattiva, turberebbe gravemente il sacro palazzo e provocherebbe seri guai nella residenza delle Tenebre."
"E che cosa ti impedisce di collaborare a catturarlo?"
"I poteri di questo mostro non cedono in nulla a quelli del grande santo Scimmiotto. La forza della legge di cui dispongono i giudici infernali non basta a catturarlo."
"Se questa è la situazione, che cosa si può fare?"
"La legge del Buddha non conosce limiti."
Dizang disse perciò ai due Novizi: "Avete entrambi lo stesso aspetto e gli stessi poteri. C'è un solo modo per stabilire chi è ciascuno di voi: dovete recarvi al Monastero del Colpo di Tuono, dal Beato dei Sâkya."
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