Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     A sentir parlare di Ventaglio di Ferro, la donna arrossì fino alla radice dei capelli ed esplose in ingiurie: "Quella puttana non lo vuol capire! Il re toro è venuto ad abitare qui da nemmeno due anni, e ha già mandato non so quanto oro, argento, perle e gioielli, rotoli di damasco e di satin. Ogni anno le faccio spedire la legna, ogni mese il riso. Ha tutto quello che le può occorrere, ma evidentemente non le basta: invita anche il re. Ditemi voi che cosa vuole!"
     Scimmiotto capì che aveva davanti la principessa Viso di Giada e assunse un atteggiamento minaccioso: "Sei tu la puttana, bella mia, che hai accalappiato il re toro a suon di quattrini. Ti dovresti vergognare. Ma lo sai chi ti permetti di insultare?"
     La donna sentì le sue anime abbandonarla: volse le spalle e fuggì via, inciampando nei suoi loti d'oro e tremando come una foglia. Scimmiotto le correva dietro strillando. Usciti dal bosco di pini giunsero all'ingresso di una grotta, in cui la giovane donna si rifugiò sbattendo la porta. Il grande santo ripose il randello che aveva impugnato e si guardò intorno: davvero un bel posticino.


     La fitta foresta si stende fra le rocce scoscese: nel groviglio delle liane penetra il profumo delle orchidee. La sorgente sgorga in un bacino di giada e scorre fra i bambù e le rocce civettuole, che si adornano di petali caduti. Le cime remote sono avvolte nella bruma che attenua la luce del sole.
     Ai nitriti del drago rispondono i ruggiti della tigre. Grida di gru, canti di rigogoli: regna la quiete sull'erba di diaspro adorna di fiori preziosi. La grotta regge il confronto con quella della Terrazza del Cielo, è più bella delle isole degli immortali.


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