Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "E dove sono?" chiese sorpreso il re.
     "I miei umili discepoli le tengono sotto scorta nel Monastero del Lampo d'Oro."
     Il re fece subito recare la piastra d'oro, che ordinava alla guardia in divisa di broccato di recarsi senza indugio al monastero, per impadronirsi dei ladri e sottoporli a interrogatorio alla presenza del sovrano.
     "Maestà" obiettò Tripitaka, "la guardia in divisa di broccato non se la caverà, senza l'aiuto del mio umile discepolo."
     "Dov'è il vostro eminente discepolo?"
     "Eccolo là, ai piedi dei gradini di giada" rispose Tripitaka additandolo.
     Il re, sconvolto, gridò: "Com'è possibile che voi, così distinto, abbiate per discepolo un ceffo simile?"
     Fu Scimmiotto a replicare ad alta voce: "Maestà, dall'aspetto è difficile giudicare tanto l'uomo, quanto la profondità del mare. Se volete servirvi soltanto di persone distinte, dovrete rinunciare a catturare mostri e ladri."

     Il re rise: "Avete ragione, santo monaco. Al momento non mi servono concorsi di bellezza, ma la cattura dei briganti e il ricupero del tesoro della pagoda."
     Mandò quindi l'ufficiale di servizio a preparare una vettura chiusa, e ordinò alle guardie di mettersi a disposizione del santo monaco.
     Giunse subito un grande palanchino con il parasole giallo; la guardia fornì otto portatori e quattro battistrada per sgombrare il cammino che conduceva al monastero. La gente in città era già in attesa: nessuno voleva perdere lo spettacolo di Scimmiotto con i mostri prigionieri.
     Porcellino e Sabbioso, quando sentirono gridare: "Fate largo!", pensarono che arrivassero inviati del re e gli andarono incontro: ma a troneggiare nel palanchino trovarono Scimmiotto.


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