"Li avrà senz'altro, ma non vedi che è un corpo senza testa?"
"To', è vero, dove ha messo la testa? Ecco perché non si è mosso quando l'ho colpito."
"Dov'è il maestro?"
"Nella sala d'udienza, a colloquio con il re."
"Chiedigli se può uscire un momento."
Quando Tripitaka uscì, il Novizio gli fece scivolare nella manica la dichiarazione di guerra: "Tenete questo, maestro, e non mostratelo al re."
Ed ecco che comparve anche il sovrano, che usciva ad accoglierlo: "Ecco il nostro eroe. A che punto siamo con la cattura del mostro?"
"Lo vedete ai vostri piedi, ucciso dal vecchio Scimmiotto."
"È certo un mostro" constatò il re dopo averlo esaminato. "Ma non può essere Rivale del Pianeta Malefico. L'ho visto due volte: è un marcantonio alto diciotto piedi e largo come cinque colonne, con la faccia che brilla come l'oro e la voce potente come il tuono. Non ha niente in comune con questo nanerottolo."
"Vedo che vostra maestà se ne intende. In effetti non è lui" rispose Scimmiotto ridendo; "è soltanto il suo messaggero in cui mi sono imbattuto. L'ho portato qui come acconto, per gloriarmene un po'."
"Avete fatto bene" disse il re. "Nessuna delle mie spie mi aveva mai riportato niente di tangibile. Ma voi, divino monaco, alla prima uscita sapete già dove mettere le mani. La vostra bravura è indiscutibile; lasciate che faccia intiepidire il vino per festeggiare il vostro successo."
"Questo si può rimandare a un altro momento" disse Scimmiotto. "Volevo chiedervi se Santo Palazzo d'Oro, al momento di lasciarvi, vi ha dato qualche ricordo. Se così fosse, vorrei vederlo."
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