"A me risulta che ha umiliato il re e ha violato il buon costume cercando di stuprare la regina. In pratica, non ha fatto altro che combinare guai."
"Non sai tutto. Quando l'attuale re era ancora principe ereditario, amava molto la caccia. Una volta si imbatté nei due figli, maschio e femmina, dell'illustre re e pusa Pavone e della madre-buddha dell'Ovest, e li colpì con una freccia. Il maschio ci lasciò le penne; la femmina, benché ferita, riuscì a ritornare a casa. Sua madre, addolorata, decretò che il colpevole sarebbe stato separato per tre anni dalla propria compagna, e afflitto dalla malattia che colpisce gli uccelli vedovati. Fui testimone di queste cose mentre andavo attorno a cavallo del mio cane lupo. Non mi resi conto che lui ascoltava tutto e non immaginai che si sarebbe incaricato dell'esecuzione. Ma ora i tre anni sono trascorsi e il tempo è scaduto. Tu sei arrivato al momento giusto, e per me è tempo di ricuperare il mio mezzo di trasporto."
"Pusa, mettetela come volete, ma questa brutta bestia ha trasgredito un bel po' di leggi e meritato la pena di morte. Visto che siete venuta fin qui, non pretendo di arrivare a tanto, ma un castigo ci vuole. Diciamo che potrei dargli venti bastonate; dopo di che ve lo porterete via."
"Consapevole del Vuoto" rispose Guanyin, "sai benissimo che, dopo venti bastonate di quelle che dài tu, mi riporterei a casa un cencio senza vita. Devi concedere l'indulgenza plenaria; fallo per riguardo a me."
Scimmiotto non osò opporsi, e si accontentò di commentare: "In ogni caso sarà bene che non lo lasciate andare in giro solo: è un pericolo pubblico."
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