Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Sabbioso guardò e rispose mettendosi a ridere: "Maestro, si tira dietro un elefante tenendolo per il naso. Che bello spettacolo!"
     "Dio buono, che mostro gigantesco! E quel naso, com'è lungo! Vai a chiedergli se è felice di guidarci sulla montagna; in caso affermativo lo perdoniamo. Mi raccomando, non vi venga in mente di ammazzare una bestia così grossa!"
     Sabbioso corse loro incontro e riferì il messaggio. La creatura cadde in ginocchio. I maltrattamenti subiti dal suo naso gli davano la voce di chi sia stato preso da un gran raffreddore: "Reverendi monaci" nasaleggiava, "se mi lasciate vivere vi porterò dove volete: solleverò il vostro palanchino."
     "Noialtri siamo persone generose" gli disse Scimmiotto. "Fa come hai detto, porta qui il palanchino e sarai perdonato. Ma se torni a cambiar musica, non ti aspettare di essere perdonato un'altra volta."

     Il mostro liberato si prosternò e se ne andò. Scimmiotto ragguagliò Tripitaka sugli ultimi avvenimenti; mentre Porcellino, vergognoso, si appartò con la scusa della tonaca bagnata e della necessità di metterla ad asciugare.
     Intanto il secondo diavolo ritornava alla grotta, ancora tutto tremebondo e indolenzito. I suoi fratelli, che avevano avuto notizia del suo insuccesso, gli muovevano incontro con rinforzi. Davanti alla folla riunita, l'infelice raccontò della magnanimità di Tripitaka. I mostri si guardavano perplessi, senza dir motto.
     "Che ne dite, fratelli?" domandò il secondo diavolo. "Siete d'accordo di accompagnare il monaco cinese?"


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