Superarono la triplice porta e si trovarono su un largo viale, che offriva l'animato spettacolo di un grande mercato: gente elegante, bei vestiti, qualche gomitata. Ecco qua:
Migliaia di negozi e magazzini
Dai prosperi commerci, che ogni strada
Riempiono di ricchezze e merci in mostra.
Sale da tè protette da cortine,
Affollate taverne in cui si canta
E si suona e si grida allegramente.
I mercanti di seta, i trafficanti
D'oro e preziosi, a caccia di guadagni,
Si affaccendan, si accalcano, si sgolano.
È uno scenario di prosperità:
Anni di pace, maniere distinte,
Calme l'acque del mare, puri i fiumi.
I quattro pellegrini, tirandosi dietro il cavallo, si perdevano nelle strade e nei mercati affollati, incantati dalla loro animazione. Si meravigliarono specialmente di certe gabbie da oche, coperte di stoffe dei cinque colori, che si vedevano davanti a tutte le porte. "Discepoli" chiedeva Tripitaka, "chissà perché la gente del posto terrà una gabbia davanti alla propria casa?"
Porcellino suppose: "Sarà un giorno particolarmente favorevole per sposarsi. Le gabbie serviranno per portare le cibarie del banchetto."
"Figuriamoci se ci può essere un matrimonio in ogni casa" obiettò Scimmiotto. "Evidentemente il motivo è un altro: raccoglierò informazioni."
"Attento" lo trattenne Tripitaka. "Non sarebbe la prima volta che spaventi la gente."
"Prenderò le mie precauzioni." In effetti si trasformò in ape, e andò a vedere che cosa si nascondeva sotto quei panni colorati.
Bambini: ogni gabbia conteneva un bambino, ed erano tutti maschietti. Alcuni giocavano, altri dormivano, o piangevano, o rosicchiavano una mela. I più grandi non raggiungevano sette anni, i più piccoli ne avevano quattro o cinque.
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