Sabbioso si precipitò ad assisterlo. Porcellino chiedeva: "Di quale disgrazia si tratta? Potevi essere più cauto!"
"Le guardie stanno circondando l'albergo, perché quella creatura malefica del real suocero ha convinto il re a far brodo delle viscere del maestro, al posto di quelle dei bambini scomparsi."
"Vedi, compassionevole, che bel guadagno ci fai!" esclamò Porcellino ridendo di gusto. "Ti dài da fare per rompere le scatole agli altri nei fatti che non ti riguardano, e ne ricavi delle conseguenze che ti riguardano da vicino."
Tripitaka intanto si rialzò e si aggrappò tremebondo a Scimmiotto: "Saggio discepolo, come faremo?"
"La prima cosa da fare è di scambiar di posto giovane e anziano."
"Che cosa vuol dire?" chiese Sabbioso.
"Per salvare la vita del maestro, bisogna che si muti in discepolo" rispose Scimmiotto.
"Se mi salvi" supplicò Tripitaka, "diventerò discepolo tuo o di chiunque altro."
"Non perdiamo altro tempo. Porcellino, portami del fango" ordinò Scimmiotto.
Il bestione uscì a raspare un po' di terra con il suo rastrello; per non perdere tempo a cercare acqua, sollevò la tonaca e vi orinò sopra. Portò quindi a Scimmiotto del fango puzzolente, che quest'ultimo spalmò senza altra spiegazione sul viso e sul corpo del monaco cinese. Quindi recitò un incantesimo, soffiò su di lui il suo alito magico e gridò: "Trasformati!"
Ed ecco il reverendo reso identico a Scimmiotto. Scambiarono gli abiti, e Scimmiotto assunse a sua volta le sembianze di Tripitaka. Le trasformazioni erano perfette, da trarre in inganno persino Porcellino e Sabbioso.
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