Fecero appena in tempo. Si udirono suonare gong e tamburi, e l'albergo fu circondato da tremila guardie, con una selva di lance e di sciabole. Entrò un ufficiale della guardia in abito di broccato a informarsi sulla presenza di un monaco proveniente dall'Est. L'oste atterrito cadde in ginocchio e indicò la camera: "Si trova negli appartamenti del pianterreno."
L'ufficiale si fece avanti e disse: "Reverendo, siete convocato dal re."
Porcellino e Sabbioso sostenevano il falso Scimmiotto, che quasi sveniva. Ma il falso Tripitaka domandò disinvolto: "Signor ufficiale della guardia in abito di broccato, che cosa vuole il re dalla mia umile persona?"
L'ufficiale lo afferrò per i polsi e disse: "Vieni con me. Se ti cercano, vuol dire che a qualcosa servirai."
Ahimè, è il caso di dirlo:
Se i buoni sentimenti vince perversità,
Solo a un mare di guai conduce carità.
Se in fin dei conti non sapete come essi giocarono quella pericolosa partita, non vi resta che ascoltare il seguito.
CAPITOLO 79
SCIMMIOTTO DAI MOLTI CUORI
INSEGUENDO I MOSTRI INCONTRANO LA STELLA DELLA LONGEVITÀ; IN PRESENZA DEL SOVRANO SALVANO I FANCIULLI.
Il falso Tripitaka fu condotto a palazzo dall'armata della Foresta di Piume e consegnato all'ufficiale di guardia alla porta. Ai piedi dei gradini di giada, il monaco cinese restò ritto fra gli ufficiali che si inginocchiavano e chiese: "Re di Bhiksu, che cosa volevate dirmi?"
"Da molto tempo siamo afflitti da un male da cui non riusciamo a guarire" rispose il re sorridendo. "Ma per fortuna nostro suocero ci ha donato tutti gli ingredienti per preparare un rimedio adatto, salvo l'opportuno diluente. Vi abbiamo convocato appunto allo scopo di procurarcelo. Se collaborerete alla nostra guarigione, vi faremo costruire un santuario in cui godrete dei sacrifici di stagione e in cui l'incenso arderà in perpetuo a spese dello stato."
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