muri rivestite di piastrelline azzurre con disegni di nuvole, sale di cristallo coperte di tetti verdi. Gradini di giada bianca salgono a simulacri rivestiti d'oro. La sala del Buddha eminente è illuminata da una luce azzurrina; dal padiglione di Vairocana esce una nube profumata; la sala di Wenshu è decorata da greche di nuvole. La biblioteca è ornata da pitture di fiori. Al culmine del triplo tetto è collocato un grande vaso sacro. La Torre delle Cinque Felicità è coronata d'intagli. I letti di meditazione sono all'ombra di verdi bambù; pini azzurri si stagliano alla porta del Buddha. Dagli edifici irradia una luce dorata, brume violette li circondano.
Al mattino si respira una brezza che vien di lontano; la sera rintocca il tamburo dalle colline.
Lampade splendenti sul muro della corte posteriore diffondono spire d'incenso.
Tripitaka, intimidito, si fermò sulla soglia e chiese: "Come mai davanti tutto cade in rovina, e la parte posteriore è così bella?"
"Reverendo" rispose ridendo l'inserviente, "queste montagne sono zeppe di briganti e di creature malefiche. Nella buona stagione se ne vanno altrove a commettere le loro malefatte; ma in quella cattiva pretendono di venir qui a ripararsi, rovesciano le statue, rompono gli arredi di legno per bruciarli nel camino. I monaci non sono in grado di tenergli testa. Perciò hanno abbandonato alla loro mercé gli edifici verso la strada, e pian piano hanno costruito sul retro il nuovo monastero che vedete, con le offerte dei benefattori. Il puro e l'impuro abitano l'uno accanto all'altro: è una situazione comune in queste terre occidentali."
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