Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Scimmiotto finì per cedere: "Vediamo che cosa conta di fare" pensava.
     Andarono in giardino tenendosi per mano. Improvvisamente lei lo fece cadere a terra con uno sgambetto, e senza tanti complimenti prese a manipolargli la 'radice disgustosa', mentre lanciava dei gridolini: "Stellina! Come sei carino!"
     "Orca miseria!" pensò Scimmiotto. "Questa mi mangia vivo." Le afferrò a sua volta il polso e con la mossa della 'piccola giravolta' la gettò a terra. "Piccino! Che bravo!" gorgheggiava lei. "Come sa rovesciare bene la sua donnina!"
     "Ora o mai più" pensò Scimmiotto. "Chi dà il primo colpo, alla fine è il più forte; di dare il secondo impedisce la morte."
     Balzò su con la sbarra in mano, mirando alla testa, e riprese il proprio aspetto. "Che succede al piccolo lama?" esclamò la ragazza; in un attimo riconobbe il pericoloso discepolo del monaco cinese, ma non si spaventò e si adeguò subito alla situazione. Chi era quella creatura?


     Naso d'oro, morbido pelo. Vive nelle spelonche e ci si trova a proprio agio. È figlia adottiva di Li Porta Pagoda, e dunque sorella del principe Nata. A suo tempo ha frequentato il Monte degli Avvoltoi; ma le piaceva rodere incenso e candele, destinate a tutt'altro uso, e il Beato l'ha scacciata.
     Non è l'uccello che vuole colmare il mare, né la tartaruga che regge una montagna. Non teme la spada di Lei Huan, né la sciabola di Lü Qian. Vagabonda come i flutti dello Yangzi e della Huai; sale e scende senza temere le altezze dei Monti Tai o Heng.
     A guardare quel visino seducente, nessuno indovinerebbe che non è altri che il pipistrello, divenuto immortale a forza di perseveranza.


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