Porcellino e Sabbioso, che aspettavano ardendo d'impazienza, si fecero loro incontro a salutarli: "Quanto disturbo vi date!"
"Ahimè, caro Ammiraglio dei Canneti Celesti: per aver bruciato in nostro onore qualche bastoncino d'incenso, quella ragazza si è sentita autorizzata a qualunque soperchieria, come il ratto del vostro maestro. Scusateci del ritardo. È questo il Monte del Tranello? Noi non conosciamo il posto e non sappiamo dov'è la grotta."
"Il posto l'ho esplorato io ultimamente, almeno in parte" disse Scimmiotto. "È un grande abisso, con una circonferenza di trecento li. Quella creatura deve avere diversi rifugi. Da principio aveva portato il maestro in una residenza con la torre d'ingresso a doppia gronda; ma ora è deserta, non c'è più nessuno. Chissà dove si è nascosta."
"Non potrà sfuggire, né alla rete celeste, né alla nassa terrestre che le prepareremo. Presidiamo l'accesso, e poi vedremo il da farsi" rispose il re celeste.
Tutti si misero in movimento e presto giunsero in vista dell'apertura rotonda da cui si accedeva all'abisso. Scimmiotto la indicò: "Ecco il posto."
"Per prendere i tigrotti, bisogna entrare nella tana della tigre. Chi scenderà per primo?" chiese il re celeste.
"Ci vado io" propose Scimmiotto.
"No" si oppose il terzo principe; "tocca a me sottomettere quella creatura."
Il bestione si mise a strillare: "E invece il primo dev'essere Porcellino!"
"Silenzio!" ordinò il re celeste. "Darò io le disposizioni. Scimmiotto e il terzo principe guideranno insieme le truppe sul fondo dell'abisso; noi tre sbarreremo l'uscita, in modo che non resti nessuna via di fuga. Le faremo vedere di che cosa siamo capaci."
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