Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 1552
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     Ed ecco Scimmiotto e il terzo principe, con capitani e truppa, infilarsi per il foro e planare là sotto su nuvole luminose nel bel paesaggio.

     Tutto come all'aperto: il disco del sole e quello della luna, fiumi e montagne. Sorgenti di perla avvolte in una tiepida bruma, pozzi di giada e molte altre belle cose.
     Padiglioni decorati si allineano in file ordinate, torri scarlatte si elevano su rupi rossastre a strapiombo. I campi sono verdi; salici da inizio di primavera, loti da tardo autunno. Un paradiso trogloditico come non è dato di vederne altrove.

     Giunti alla residenza principale, la frugarono in tutti gli angoli, e poi estesero le ricerche. Trecento li di erba calpestata, ma della lamia e di Tripitaka non si trovava traccia. Dicevano: "Quella bestiaccia immonda avrà lasciato l'abisso da un bel pezzo."

     Non sapevano che nel punto più riparato di sud est c'era un'altra piccola grotta: da una porticina si accedeva a una camera bassa, ornata di vasi di fiori. I bambù crescevano sul tetto. Era un angolo in ombra, dall'aria carica di segreti profumi. Qui la vampira aveva portato Tripitaka per convincerlo a sposarla, sicura che Scimmiotto non li avrebbe scovati. Ma il destino stava per deluderla. Tutte le diavolette si stipavano all'interno, spalla a spalla, e ciangottavano sottovoce, quando la più coraggiosa allungò il collo dalla finestra per vedere che cosa accadeva fuori, e urtò la testa contro un soldato celeste: "Allarme! Sono qui!"
     Scimmiotto balzò inferocito sulla porta e la sfondò: tutte quelle persone nella stanzetta non avevano nemmeno lo spazio per fare un passo indietro.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]