Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Sulla montagna il mostro si era rintanato da qualche parte, sbarrando con massi l'ingresso del suo rifugio. Il Novizio fece ricerche, ma non vide nessun movimento; ardente di impazienza, pronunciò la formula per convocare il tudi e il dio della montagna. Ed ecco le due divinità prosternate davanti a lui: "Noi non sappiamo niente, non abbiamo visto niente. Altrimenti non ci saremmo certo risparmiati per farvelo sapere. Vi supplichiamo di perdonarci!"
     "Non voglio battervi, ma soltanto chiedere come si chiama questa montagna e quali mostri nasconde. Se volete essere perdonati, vuotate il sacco."
     "Grande santo, questo è il Monte Punta di Pennello. In tutto e per tutto racchiude una tana di lepre con tre ingressi. Qui non ci sono mai stati mostri, fin dai tempi antichi; questa è terra benedetta, dove ci si muove liberamente. Se vostra santità cerca mostri, può trovarne quanti ne vuole sulla strada dell'Ovest."

     "All'arrivo in India, ho trovato che il re si era lasciato rapire la figlia da un mostro che ne aveva preso il posto. È un mostro femminile, che ha fatto carte false per sposare il mio maestro. Io l'ho smascherata e combattuta, e lei è fuggita da queste parti, trasformata in raggi d'oro. Arrivata qui, è scomparsa. Dove può essersi rimpiattata?"
     Le due divinità guidarono Scimmiotto verso la tana di lepre. Presso il più basso dei tre ingressi certi conigli selvatici brucavano l'erba, e fuggirono all'avvicinarsi degli estranei. L'ingresso più alto era chiuso da due grandi sassi.
     "Il mostro che dite si sarà chiuso lì dentro" disse il tudi.


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