"Come mai?" si stupì Taizong. "Ha lo stesso aspetto."
"Quel cavallo fu divorato da un drago al Torrente del Dolore dell'Aquila, sul Monte del Serpente Acciambellato. Il Novizio interpellò Guanyin e seppe che si trattava del figlio del drago dei mari occidentali; anche lui aveva i suoi trascorsi, e la pusa lo aveva convinto a riscattarli e a rifarsi una vita servendomi in qualità di cavalcatura. Nell'andata ha portato me, nel ritorno la maggior parte dei sutra. Ha saputo superare ripide cime e passi pericolosi: devo molto alla sua forza."
Taizong li elogiò senza riserve e domandò: "A conti fatti, quale distanza avete dovuto coprire?"
"Guanyin diceva che si trattava di cento ottomila li; io confesso di non aver tenuto il conto. So che sono trascorsi quattordici inverni e quattordici estati, e che un giorno dopo l'altro ci trovavamo davanti montagne, o immense foreste, o gran distese d'acqua. Abbiamo attraversato molti regni: vi mostrerò i loro visti sul passaporto. - Discepoli, presentate a sua maestà i nostri documenti."
Taizong spiegò il passaporto e lesse: 'Rilasciato tre giorni prima della luna piena del nono mese del tredicesimo anno dell'Era Contemplazione della Virtù.' Commentò sorridendo: "Che lungo viaggio! Ormai siamo nell'anno ventisettesimo."
Guardò con curiosità i sigilli dei paesi degli Elefanti Sacri, del Gallo Nero, di Carrolento, del Paese delle Donne dei Liang dell'Ovest, di Jisai, di Viola Porpora, di Cammello Leone, di Bhiksu, di Distruzione della Legge, oltre ai timbri delle prefetture di Fengxian, Yuhua e Come l'Oro. Alla fine dell'esame, il documento fu restituito.
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