Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Le carni sono considerate un cibo impuro, e non stupisce: chi usa mangiarne ha superato la barriera fra vegetale e animale, e non ne trova un'altra equivalente fra gli uomini e gli altri animali provvisti di nove aperture. Se tu apprezzi le bistecche, già il cannibalismo ti insidia. Un solo personaggio importante del racconto (Tripitaka) è stato uomo, e precisamente un bacchettone, attraverso dieci consecutive reincarnazioni: è un caso insolito. Il lungo pedigree umano non gli ha donato né simpatia né buon senso; ha soltanto conferito alle sue carni speciali pregi culinari e farmacologici, per cui parecchi personaggi non chiederebbero di meglio che di mangiarlo.
     Di più: come vedremo, il Xiyou Ji è il romanzo di una scimmia. Non troverete un altro animale parlante di questa levatura in nessun'altra letteratura.

     La lettura come libro d'avventure resta una delle possibili. Ed è innegabile che, volendo giocare a libere associazioni d'idee con libri occidentali, senza pretendere a confronti o paralleli, può venire in mente Gulliver, ma non certo Madame Bovary. Comunque, se per effetto degli anni trascorsi dalla lettura Gulliver si è sbiadito nella vostra memoria, sarà tempo di riprenderlo in mano.

     Romanzo cavalleresco. La prima parte del romanzo è dedicata alla cerca dell'immortalità da parte di Scimmiotto; segue il racconto di come il monaco Tripitaka venga incaricato dall'imperatore di recarsi in occidente (cioè in India) per procurarsi le scritture del Buddha e prende l'avvio quest'altra grande cerca, che occupa la maggior parte del romanzo. Dapprima Tripitaka si procura avventurosamente la compagnia e l'aiuto di tre guerrieri e di un cavallo, e poi attraversa con loro spazi continentali sconfinati, dove una successione di demoni e mostri di varia natura impongono prove e scontri a non finire.


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