Romanzo religioso. Questo è un romanzo religioso; la sua etichetta da frontespizio sarebbe appunto: romanzo buddista. Sorprenderà, dopo quanto si è detto su alcuni suoi personaggi divini e sul materialismo pervasivo; eppure l'elemento lato sensu religioso ha rilievo da ben quattro punti di vista.
1. Il Xiyou Ji si presenta ufficialmente come un'agiografia. Il viaggio in occidente alla ricerca dei testi buddisti è storico: lo compì nel VII secolo il monaco Xuanzang e ne lasciò una bella relazione dal titolo Datang Xiyu Ji (Le terre occidentali al tempo dei Grandi Tang), inclusa nel canone buddista cinese. Al netto dei tempi di viaggio, rimase in India per 17 anni e vi acquisì grande autorità nei dibattiti fra le scuole buddiste. Ritornato in patria, diresse la traduzione cinese dei sutra riportati: ancor oggi se ne riferiscono a lui 1338 dei 5084 che costituiscono il canone cinese. Xuanzang è appunto il Tripitaka del romanzo. Nessuno presenta il Xiyou Ji senza parlarne, e aggiungere magari molti altri interessanti particolari. L'autore tuttavia non ha utilizzato in alcun modo la relazione del vero Tripitaka; non sarebbe mancata la possibilità di desumerne materiale romanzesco, ma egli ha preferito tenersene lontano (due brevi inserti sono ricavati da altri testi del canone, e non sono romanzeschi: il Sutra del cuore, tradotto da Tripitaka, e l'Elogio di Tripitaka, scritto personalmente dall'imperatore Taizong). Comunque il romanzo si inserisce in una tradizione di leggende sul viaggio di Tripitaka, nella quale è stato preceduto e seguito da molti testi più semplici.
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