Opere di letteratura italiana e straniera |
Con il materiale mitografico ne confluisce altro derivato dalla tradizione dei cantastorie. Essi si diffusero in Cina in epoca Song, quando lo sviluppo di grandi centri urbani determinò una domanda di letteratura di consumo da parte di ceti che non avevano accesso alla letteratura ufficiale (e forse non avrebbero saputo che cosa farsene). Il cantastorie si esibiva in piazza dicendo versi e aneddoti, finché non si fosse raccolto un pubblico sufficiente; allora entrava nel vivo della narrazione principale. Egli scriveva i testi per proprio uso; ma né il suo tornaconto, né il disprezzo ufficiale che li bollava, avrebbero incoraggiato a diffonderli in veste scritta. In epoca Ming, tuttavia, si affermò un forte interesse per queste produzioni. Non se ne pronunciarono riabilitazioni formali, ma si prese a raccoglierle, rielaborarle più o meno profondamente, e pubblicarle. Questo destino toccò anche alle storie di Tripitaka e di Sun Wukong.
Nel romanzo stesso, ogni capitolo si conclude con l'invito promozionale a continuare, non a leggere, ma ad ascoltare. È solo un vezzo: in realtà un abisso separa il grande romanzo, fortemente elaborato, dalle leggende cantate in piazza. Tuttavia proprio il romanzo, e non qualche scarna cantafavola, è rimasto il principale presidio di questa provincia dell'immaginario cinese (per quanto ciò gli sia costato tormenti di ogni specie: tagli, riassunti, omissioni, storpiature). |