Quando Pan Gu spezzò l'immensa nuvola
Diede l'urto iniziale al nostro mondo.
Si separarono il torbido e il puro,
Ogni vita ne fu sollecitata
Ed ogni essere giunse a compimento.
Se del tempo conoscere le imprese
Volete e non sapete risalire
Fino al caos degli inizi, qui leggete
Le vicende del Viaggio in Occidente.
Perché sembra che un ciclo dell'universo conti centoventinovemila e seicento anni. Se lo si divide in dodici momenti - che corrispondono ai rami terrestri di topo, bue, tigre, lepre, drago, serpente, cavallo, ariete, scimmia, gallo, cane e porco - la durata di ogni momento dev'essere di diecimila e ottocento anni.
Eccone la successione in una giornata terrestre: all'ora del topo scompare ogni influsso solare, a quella del bue canta il gallo, all'ora della tigre albeggia, a quella della lepre si alza il sole; all'ora del drago si fa colazione; si è pronti al lavoro all'ora del serpente; il sole è allo zenit all'ora del cavallo e declina verso ovest l'ora dopo; si fa merenda nell'ora della scimmia e, a quella del gallo, il sole tramonta; cade il crepuscolo all'ora del cane e l'uomo si riposa in quella del porco.
In un grande ciclo la sequenza è simile: a metà del momento del cane, l'universo si oscura e ogni cosa si dissolve. Dopo cinquemila e quattrocento anni incomincia il momento del porco, che si chiama caos perché è fatto di tenebre, in cui non esistono più né terra né cielo né uomo né niente. Dopo altri cinquemila e quattrocento anni quel momento finisce, si leva il segno della virtù e si avvicina il primo momento di un nuovo ciclo, che a poco a poco riporta la luce. Come dice Shao Yong:
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