"Che cosa avete in mente?"
"A est della nostra montagna, al confine del paese di Aolai, si trova una distesa d'acqua di duecento li. Vi regna un re che possiede una città zeppa di gente e di soldati. Egli dispone sicuramente di manufatti d'oro, argento, bronzo, ferro e altri metalli. Se vostra maestà ci vuole andare, basterebbe acquistare o farsi fabbricare delle armi, e insegnarci a servircene per difendere il nostro territorio: non sarebbe questo il segreto di una durevole prosperità?"
"Restate a divertirvi e aspettate il mio ritorno" rispose Scimmiotto, lieto del suggerimento.
Che bravo re scimmia! Detto fatto: con una capriola nelle nuvole attraversò in un istante i duecento li d'acqua e scoprì in effetti, dall'altra parte, mura e fossati di una città con diecine di migliaia di case e moltissime porte, compartita da viali ad angolo retto che circoscrivevano ampi mercati. La folla andava e veniva sotto il sole che brillava nel cielo. Scimmiotto si disse: "Qui di armi già pronte devono essercene molte: è più economico procurarsene un po' con un trucco, che contrattare per comperarle."
Fece i suoi passaggi, recitò l'incantesimo e, rivolto a sud-est, inspirò profondamente; poi espirò con tal forza che si alzò una violenta burrasca: la sabbia volava, le pietre rotolavano. Una cosa spaventosa!
Trema la terra mentre tuona il cielo,
Nere le nubi e turbini di polvere.
S'agita l'acqua spaventando i pesci.
Boschi sconvolti, tigri e lupi in fuga.
Son fuggiti mercanti e portatori.
Vuote botteghe, banchi abbandonati.
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