Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Il re lascia la corte e si ritira,
     Si chiudon nello yamen gli ufficiali.
     La statua di mille anni è rovesciata,
     La torre è scossa dalle fondamenta.

     La bufera aveva gettato nel panico tutto il paese: dal re all'ultimo dei sudditi, tutti si erano barricati in casa. Nessuno avrebbe osato circolare. Allora Scimmiotto diresse la sua nuvola dritta sull'ingresso del palazzo. Cercò l'arsenale, trovò l'entrata dell'armeria, ne forzò i battenti e vi scoprì un visibilio di armi: sciabole, lance, spade, alabarde, azze, francesche, picche, falci, sferze, rastrelli, mazze, tavolette, archi, balestre, tridenti - insomma tutto quello che si può immaginare. Molto soddisfatto a questo spettacolo, Scimmiotto si disse: "Da solo non posso portar via gran che: converrà fare il trasloco con l'aiuto della moltiplicazione del corpo."

     Bravo re scimmia! Si strappò un pelo, se lo mise in bocca, lo masticò, lo sputò intorno recitando l'incantesimo e, appena ebbe gridato: "Trasformatevi!", centinaia e migliaia di scimmiottini si sparsero indaffarati nei magazzini ad afferrare e a disputarsi gli oggetti. I meglio piantati ne prendevano sei o sette, i più mingherlini due o tre. Finirono per fare piazza pulita. Allora Scimmiotto risalì sulla sua nuvola e con il solito procedimento riportò tutto quanto al suo paese.
     Le scimmie del Monte di Fiori e Frutti, grandi e piccole, mentre giocavano davanti alla grotta, sentirono soffiare un vento improvviso; il cielo si riempì di un immenso sciame di scimmiette. Quelle di sotto, prese dal terrore, corsero in disordine a nascondersi dove capitava. Il Bel Re Scimmia fece scendere la nuvola, la fece scomparire e con uno scrollone ricuperò il suo pelo; restarono le armi sparse qua e là ai piedi della montagna.


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