"Non oserei attardarmi quando sono in servizio" protestò il dio. "Devo pregare vostra maestà di accompagnarmi: avremo ampio agio di conversare insieme dopo la vostra gloriosa promozione."
"L'onore è tutto mio. Mi dispiace di lasciarvi ripartire a mani e pancia vuote" replicò Scimmiotto. E convocò subito i quattro comandanti per far loro le raccomandazioni: "Non allentate la vigilanza nell'addestramento dei miei ragazzi; aspettate che sia salito in cielo e abbia dato un'occhiata intorno, per vedere se si può andare ad abitarci tutti quanti."
I quattro solidi generali acconsentirono.
Scimmiotto e il dio del pianeta Venere, montati ciascuno sulla sua nuvola, furono presto alti nel cielo. È il caso di dirlo:
Tiene un bel posto di immortale celeste
Con il suo nome scritto nel registro.
Se poi non sapete quale incarico e onore ricevette, ascoltate il seguito che lo descriverà.
CAPITOLO 4
UN CELESTE EQUIPUZIO
IL POSTO DI ISPETTORE DELLA SCUDERIA NON LO SODDISFA. NEMMENO IL TITOLO DI UGUALE AL CIELO LO ACCONTENTERÀ.
Il dio del pianeta Venere e il Bel Re Scimmia uscirono insieme dalla grotta e presero il volo, ciascuno sulla sua nuvola. Ma la capriola nelle nuvole, in cui si era specializzato Scimmiotto, non era cosa da tutti: gli permetteva una velocità fuori dal comune. Del dio di Venere non si dava pensiero, ci mise poco a seminarlo e giunse per primo al portale sud del Cielo. Dopo aver dissolta la sua nuvola si apprestava a entrare, quando fu fermato da Anima Lunga, il re celeste preposto alla guardia del quartiere sud, alla testa di una banda di forzuti celesti armati di picche, spade, sciabole e alabarde. Gli impedivano l'entrata, e Scimmiotto si arrabbiò: "Bel buggerone, il vecchietto del pianeta Venere! Prima ti invita, e poi ti fa sbarrare la strada dai poliziotti!"
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