Protestava rumorosamente, quando sopraggiunse il dio di Venere. Scimmiotto gli lanciò uno sguardo da incenerirlo: "Mi hai preso in giro, vecchio mio. Come mai tutta questa gente rifiuta l'ingresso al vecchio Scimmiotto, mentre tu dicevi che mi aveva convocato l'Imperatore di Giada?"
"Calmate la vostra collera, grande re" replicò ridendo il dio. "Non siete mai stato in paradiso, e qui non vi conosce nessuno. Come volete che le guardie celesti si prendano la responsabilità di lasciarvi entrare? Quando Sua Santità vi avrà ricevuto, voi avrete l'iscrizione nel registro degli immortali, con numero di matricola, titolo e funzione: allora potrete andare e venire a vostro piacere. Nessuno oserà impedirvelo."
"Grazie tante, ho capito come gira e ci rinuncio."
"Ma no, ma no, entrate con me" insisteva il dio tirandolo per la mano.
Mentre si avvicinavano al portale del Cielo, il dio del pianeta Venere gridò forte e chiaro: "Guardiani della porta celeste, ufficiali e soldati, lasciate passare! Ho ricevuto il sacro ordine dell'Imperatore di Giada di condurgli il qui presente immortale del mondo di Sotto."
Solo allora Anima Lunga e le sue guardie abbassarono le armi e si fecero da parte. Scimmiotto si convinse della buona fede dell'inviato del pianeta Venere ed entrò con lui passo passo, guardandosi intorno. Era proprio la prima volta
Che saliva nel mondo di Sopra
Ed entrava diritto in paradiso.
Arcobaleni con pagliuzze dorate,
Nubi vermiglie e brezze augurali.
Il portale maestoso:
Lapislazzuli blu e giada preziosa.
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