Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Ed erbe di smeraldo e boccioli di diaspro.
     Lepre di giada viene a rendere omaggio,
     Svolazza il corvo d'oro sulle teste
     Pelate dei sapienti.
     Era destino della nostra scimmia
     Salire al cielo dal fango del mondo.

     Il dio del pianeta Venere si diresse alla Sala delle Nubi Misteriose conducendo Scimmiotto. Senza aspettare di essere convocato entrò e, giunto davanti al trono, fece i saluti prescritti. Scimmiotto gli stava accanto senza prosternarsi; si limitava ad allungare le orecchie per ascoltare quello che diceva il dio di Venere:
     "Il vostro servitore ha eseguito l'ordine di Vostra Maestà e informa che l'immortale perverso è qui."
     "E qual è questo immortale perverso?" chiese l'Imperatore di Giada da dietro la tenda.
     Scimmiotto ritenne giusto intervenire. Fece una specie di inchino di sghembo e disse: "Sono io, il vecchio Scimmiotto!"

     Tutti gli immortali ministri, colti di sorpresa, impallidirono di emozione: "Che selvaggio! Invece di prosternarsi, si permette insolenze: 'io, il vecchio Scimmiotto'. Impiccarlo, impiccarlo!"
     "Il detto Scimmiotto è un immortale perverso del mondo di Sotto che si è umanizzato da poco tempo" decretò l'Imperatore di Giada. "Non conosce ancora l'etichetta della corte: per questa volta bisogna perdonarlo."
     "Ringrazia, ringrazialo della sua bontà!" esclamavano i cortigiani; in effetti Scimmiotto acconsentì a tirar giù una gran riverenza.
     L'Imperatore di Giada incaricò i ministri preposti alla scelta dei funzionari civili e militari di cercare qualche carica vacante per conferirla a Scimmiotto. Essi trasmisero la consegna al Signore della Stella Militare, presente in sala, che si fece avanti e si mise a rapporto:


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