Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Un momento dopo atterrava con la sua nuvola sul Monte di Fiori e Frutti. I suoi quattro solidi comandanti erano occupati ad addestrare le truppe in compagnia dei vari re diavoli delle caverne. Gridò a gola spiegata: "Figlioli! È tornato il vostro vecchio Scimmiotto!"
     L'orda delle scimmie al gran completo corse a prosternarsi e lo accompagnò in fondo alla grotta, dove pregarono il re scimmia di accomodarsi sul trono, mentre si preparava il banchetto di benvenuto.
     "Come siamo contenti, maestà! Questa diecina d'anni trascorsi nel mondo di Sopra vi avrà dato delle soddisfazioni; certo vi sarete coperto di gloria."
     "Ma se sarò partito da una diecina di giorni! Che storia è questa della diecina d'anni?"
     "In Cielo, gran re, non vi siete reso conto del tempo che passava: un giorno in Cielo vale un anno quaggiù. Permetteteci di chiedere: quale alta carica occupavate?"

     "Non me ne parlate, c'è da morire di vergogna" rispose Scimmiotto agitando la mano. "L'Imperatore di Giada non sa valutare la gente. Si è basato sul mio aspetto e mi ha fatto equipuzio, cioè dovevo tenergli i cavalli: una funzione che non fa nemmeno parte della gerarchia mandarinale. Quando l'ho accettata non lo sapevo; e magari in scuderia mi divertivo. Ho saputo solo oggi quale affronto mi aveva fatto, quando i miei colleghi me l'hanno spiegato. Sono andato su tutte le furie: ho rovesciato tutto e son venuto via. Ed eccomi qua."
     "Ben tornato, è una fortuna per noi! Vostra maestà è il re di questa terra benedetta, dov'è amato e rispettato; perché dovrebbe andarsene a servizio per fare lo stalliere? Beviamo, amici, e dissipiamo la tristezza del nostro buon re!"


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