Scimmiotto beveva appunto allegramente, quando vennero ad annunciare: "Maestà, all'ingresso ci sono due re diavoli unicorni che chiedono di voi."
"Fateli entrare."
I diavoli controllarono il proprio abbigliamento, entrarono solleciti e si piegarono a terra in un saluto molto rispettoso.
"Che volete da me?" chiese il Bel Re Scimmia.
"Da molto tempo avevamo sentito dire che vostra maestà preferiva ricevere i sapienti, e questo non ci dava la possibilità di chiedere udienza. Ma oggi abbiamo appreso il vostro glorioso ritorno dopo avere ottenuto l'iscrizione nel registro dei funzionari celesti, e siamo venuti per congratularci e presentarvi una veste giallo ocra. Se non respingete le nostre vili persone e acconsentite a ricevere i vostri indegni servitori, vi serviremo con l'abnegazione di cani e di cavalli."
Scimmiotto, molto soddisfatto, si infilò la veste, mentre tutti si mettevano allegramente in fila per rendergli omaggio. I re diavoli ebbero il titolo di comandanti dei distaccamenti d'avanguardia. Ringraziarono e chiesero:
"Che posizione ha ottenuto in Cielo vostra maestà, che c'è restata così a lungo?"
"L'Imperatore di Giada non sa neanche che cos'è un saggio! Mi aveva conferito non so quale funzione di equipuzio."
"E perché occuparsi dei suoi cavalli, quando vostra maestà possiede poteri magici? Perché non prendete piuttosto il titolo di Grande Santo Uguale al Cielo?" suggerirono i re diavoli.
Al colmo della gioia, Scimmiotto esclamò: "Giusto! È quello che mi ci vuole." Convocò i suoi quattro marescialli: "Fatemi subito preparare degli stendardi su cui scriverete in grandi caratteri GRANDE SANTO UGUALE AL CIELO. Piantate delle pertiche per spiegarli. Ormai tutti mi dovete chiamare così; niente gran re o vostra maestà. Trasmettete la consegna a tutte le caverne, perché la ricevano tutti."
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