Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Risuonano grida di guerra,
     Sventolano le bandiere.
     Gli avversari si equivalgono,
     Non si sa chi può prevalere.

     Lo scontro si era già ripetuto una trentina di volte. Le sei armi del principe ereditario si erano trasformate in migliaia e milioni, ma anche le sbarre di ferro cerchiate d'oro si moltiplicavano con lo stesso ritmo. Una pioggia di meteore sembrava riempire lo spazio, ma non si delineavano né vittoria né sconfitta.
     Ora, il più svelto di mano e il più attento era Scimmiotto. A un certo punto si strappa un pelo, grida: "Trasformazione!" e ne fa una copia di sé stesso, debitamente armata di randello; così si procura il cambio per fronteggiare Nata e ne approfitta, con una scossa, per trasferire la sua vera persona alle spalle dell'avversario. Cala una botta sulla sua spalla sinistra. Nata, impegnato nei suoi passi d'arme, sente sibilare la sbarra e balza da lato, ma troppo tardi per evitare il colpo. Toccato, si piega in due dal dolore e fugge via. Ripresa la propria forma e ricuperate le armi, ecco che se ne torna sconfitto.

     Dai bordi del campo di battaglia, dove si teneva, il re celeste Li si era reso conto che suo figlio si trovava in difficoltà. Avrebbe voluto soccorrerlo, ma ecco che gli ricomparve davanti tutto tremante:
     "Real padre! È vero che l'equipuzio è pieno di risorse. Nemmeno la potenza divina di vostro figlio è riuscita a venirne a capo: mi ha ferito alla spalla."
     "Se questo individuo dispone di tali poteri, come vincerlo?" esclamò il re celeste impallidendo di paura.


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