È il caso di dirlo:
Scritto il nome nel libro della vita,
Mai più potrà cadere nell'oblio.
Se poi non sapete ciò che avvenne dopo, ascoltate il seguito che lo descriverà.
CAPITOLO 5
LA FESTA DELLE PESCHE
IN CUI IL GRANDE SANTO DISTURBA LA FESTA DELLE PESCHE, RUBA L'ELISIR E SI RIBELLA AL CIELO, COSTRINGENDO GLI DÈI A PERSEGUIRLO
Avrete constatato che il Grande Santo Uguale al Cielo, in fondo, era davvero un macaco perverso, ignorante tanto di gerarchie e titoli mandarinali quanto di stipendi. Si era accontentato di farsi scrivere nel registro. Era accudito da mane a sera dal personale dei due servizi della sua residenza, e non si occupava d'altro che di mangiare tre volte al giorno e di dormire nel suo comodo letto. Senza impegni com'era, passava il tempo incontrando amici, passeggiando e facendo nuove conoscenze. Se incontrava uno dei tre Puri, lo chiamava venerabile; i quattro imperatori erano vostre maestà; tutti gli altri - le ventotto case, i quattro grandi re celesti, le dodici ore, i cinque vecchi dei cinque elementi, gli dèi delle varie stelle e della Via Lattea - erano semplicemente fratelli. Le sue passeggiate si dirigevano qualche volta a ovest, qualche volta a est, come una nuvola errabonda.
Un giorno, a un'udienza del mattino dell'Imperatore di Giada, l'uomo vero Xu Jingyang fece un passo avanti, si prosternò e disse:
"Ora abbiamo fra noi questo Grande Santo Uguale al Cielo, che non fa altro che passeggiare e scambiar visite con gli dèi delle stelle e delle costellazioni. È portato a trattare tutti su un piede di parità, senza riguardo alle gerarchie, come se tutti fossero suoi pari. Temo che dal suo ozio nasca qualche incidente. Non sarebbe opportuno dargli un'occupazione, per prevenire altre noie?"
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