Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     L'Imperatore di Giada lo fece immediatamente convocare. Scimmiotto arrivò tutto pimpante e chiese: "Vostra Maestà ha da darmi qualche promozione? Dite, dite!"
     "Vedo che non hai niente da fare e, per non lasciarti nell'ozio, voglio assegnarti delle responsabilità. Per il momento ti occuperai del Frutteto delle Pesche di Immortalità. Abbine cura!"
     Il grande santo se ne rallegrò, ringraziò e si ritirò con un inchino.
     Non stava in sé dalla voglia di ispezionare il posto, e ci entrò subito. Il dio locale del frutteto, il tudi, lo fermò e gli chiese: "Dove va vostra santità?"
     "L'Imperatore di Giada mi ha incaricato di occuparmi del frutteto. Sono venuto a fare un'ispezione."
     Il tudi gli rese omaggio e si precipitò a convocare i giardinieri che stavano zappando, annaffiando, potando e rastrellando. Vennero tutti a prosternarsi davanti al grande santo, poi il tudi lo guidò all'interno. Ecco che cosa si vedeva:


     L'albero splende coperto di fiori,
     Ritto e superbo ogni tronco, ogni ramo.
     Ripiega il forte ramo sotto i frutti;
     Come grandi ornamenti i frutti pendono,
     Fiori come belletto su begli occhi.
     Dal fiore al frutto occorrono mille anni,
     Ed il frutto matura in diecimila!
     Pesche mature hanno le guance rosse
     Come fanciulle che han bevuto troppo.
     Le acerbe vellutate e verdoline,
     Smorte in ombra, ma belle sotto il sole.
     Crescon sotto le piante erbe immortali,
     Petali eternamente colorati.
     Padiglioni leggiadri, torri snelle
     S'alzan fino alle nubi. Quel frutteto
     Non è cosa volgare, ma appartiene
     Dello Stagno di Diaspro alla Regina.


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