Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 130
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]

     E bravo Scimmiotto! Barcollando, zigzagando, urtando in ogni spigolo, con le sole forze che gli venivano dall'alcool ingoiato, prese subito la strada sbagliata: non verso casa sua, ma verso il Palazzo del Paradiso dei Beati. Quando se lo trovò davanti, si accorse dello sbaglio: "Il Palazzo dei Beati è sopra il trentatreesimo cielo, nel paradiso di chi ha abbandonato ogni risentimento, dove abita l'altissimo signore Laozi: come è capitato qui? Tanto meglio. Ho sempre avuto voglia di fare una visita al buon vecchietto, e questa è la prima occasione che mi capita: ne approfitterò."
     Si aggiustò l'abito ed entrò senza bussare. Dentro non c'era nessuno. Laozi era impegnato nel giardino dietro casa in una predica sul Tao, in compagnia del vecchio Buddha Infiamma Lampade. La gente di casa e altri, immortali, ufficiali, garzoni, mandarini e funzionari di ogni specie, stavano tutti ritti in piedi ad ascoltare intorno al pulpito.

     Esplorando la casa deserta, Scimmiotto giunse nel laboratorio in cui si preparava il cinabro: il fuoco ardeva nel forno e intorno erano disposte cinque zucche piene di cinabro d'oro già pronto.
     "Questo è il tesoro supremo degli alchimisti dell'immortalità" si disse Scimmiotto, rallegrandosi. "Fin da quando ho compreso il Tao e penetrato la ragione dell'identità dell'interno e dell'esterno, volevo fabbricare anch'io cinabro d'oro per soccorrere l'umanità sofferente, ma non ho mai avuto tempo. È il destino che mi ha fatto capitare qui. Approfittiamo dell'assenza di Laozi per assaggiarne qualche pillola e sentire che sapore ha."


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]