Li Porta Pagoda ordinò ai quattro comandanti e alle ventotto case di congiungere le forze e dar battaglia.
Senza perdere il sangue freddo, Scimmiotto fece schierare in ordine di battaglia davanti alla grotta il re diavolo unicorno, i re delle settantadue caverne e i suoi quattro comandanti. Che mischia spaventosa! Guardate un po':
Soffia il vento su questa strana bruma.
Sventolan gli stendardi colorati,
Brillano minacciose le alabarde,
Brulican elmi, dilagan corazze.
Raggi di sole sopra gli elmi incidono
Come colpissero pietre sonore.
Le corazze d'argento al sole brillano
Come un fiume di ghiaccio. Larghe sciabole
Come lampi nel cielo. Lance pallide
Perforano le nuvole. Foreste
Di alabarde e rotondi mazzafrusti
Come frutti chiodati. Spade e vanghe
Coi loro ferri fanno sbarramento.
Le frecce di archi curvi e di balestre
Uccidono e feriscon torno torno.
Il grande santo rotea la sua sbarra.
E fu tanto feroce questa lotta
Che gli uccelli scomparvero, ed i lupi
E le tigri si corsero a nascondere.
Da sabbia e pietre fu oscurato il mondo,
Botti da far tremare l'universo!
La battaglia, iniziata all'alba, continuò con mischie confuse finché il sole scomparve dietro le colline dell'ovest. Il diavolo unicorno e quelli delle settantadue caverne furono tutti catturati dagli dèi; riuscirono a scappare solo i quattro comandanti e la loro armata di scimmie, che si rifugiarono in fondo alla Grotta del Sipario Torrenziale. Ma il grande santo continuava a tener testa, da solo, alle quattro grandi divinità guardiane del Cielo, a Li Porta Pagoda e al principe Nata. Combattevano per aria da un bel pezzo, quando Scimmiotto, constatando che il cielo scuriva, si strappò un pelo, lo masticò, lo sputò intorno e gridò: "Trasformatevi!"
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