Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Allora centinaia e migliaia di grandi santi, tutti armati di randelli dagli anelli d'oro, respinsero il principe Nata e misero in rotta i cinque re celesti.
     Scimmiotto, vittorioso, ricuperò il suo pelo e fece dietro-front per mettersi al riparo nella grotta. Al ponte delle liste di ferro gli si fecero incontro i quattro comandanti e le loro truppe. Si prosternarono ed emisero prima tre grandi gemiti, poi scoppiarono a ridere tre volte.
     "Che cosa vi succede?" chiese Scimmiotto. "Perché, quando mi avete visto, vi siete messi prima a piangere e poi a ridere?"
     "Nei combattimenti di stamane sono stati catturati il re diavolo unicorno e tutti quelli delle settantadue caverne" spiegarono i quattro comandanti. "Solo noi siamo riusciti a sfuggire: non è il caso di piangere? Ma non è anche il caso di manifestare gioia, vedendo che vostra maestà è ritornata vittoriosa e indenne?"

     "Vittorie e sconfitte sono la sorte del soldato" rispose Scimmiotto. "Come dicevano gli antichi, per diecimila dei loro, tremila dei nostri. E poi i capi catturati sono tigri, leopardi, lupi, tassi, daini, volpi. Della nostra razza non c'è nemmeno un ferito. Comunque, ora non c'è tempo di disperarsi. Li ho respinti con la magia che moltiplica i corpi, ma il loro campo resta dov'era, ai piedi della montagna. Dobbiamo montare una guardia attentissima, mangiare a sazietà e dormir bene per ricuperare tutte le energie. All'alba vedrete che begli scherzetti farò, per impadronirmi di questi generali celesti e per vendicarvi."


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