Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Erlang, contento, rispose: "Ritornate pure, messo del cielo. Interverrò immediatamente."
     Il messaggero se ne andò. Erlang si rivolse ai suoi sei fratelli del Monte dei Susini, i marescialli Kang, Zhang, Yao e Li, e i generali Guojia e Zhijian, e propose loro: "Andiamo e ritorniamo insieme da questa spedizione!"
     I fratelli approvarono allegramente. Senza perdere tempo, passarono in rivista le truppe e attraversarono l'oceano orientale sulle ali di una violenta bufera, con falconi ammaestrati, cani al guinzaglio, archi e balestre tese. Giunti al Monte di Fiori e Frutti, si fermarono davanti agli sbarramenti. Erlang gridò agli ufficiali di guardia: "Sono io, il Vero Signore di Illustre Santità, venuto per ordine dell'Imperatore di Giada a catturare la scimmia perversa: aprite subito e fateci passare." Un momento dopo entravano in fila nel campo. I quattro re celesti e Li Porta Pagoda si fecero loro incontro per riceverli. Dopo i saluti d'uso, discussero della situazione militare, che fu esposta dal re celeste Li.

     "Ora che è arrivata la mia umile santità" disse ridendo Erlang, "bisogna scatenargli addosso una guerra di trasformazioni. Signori, stringete bene le reti intorno, ma lasciatemi un'apertura in alto per permettermi di tentar la fortuna. Se perdo è inutile che mi soccorriate, ci penseranno i miei fratelli. Se vinco, penseranno loro a legare il prigioniero. Prego soltanto re Li di reggermi ben fermo nello spazio lo specchio che rivela gli esseri perversi. Temo che il mostro, anche se lo batto, trovi il modo di scivolar via: bisogna tenere lo specchio in modo che lo inquadri sempre chiaramente e lo privi della possibilità di nascondersi." I re celesti presero posizione ai quattro orienti, mentre i soldati ricostituivano le loro formazioni.


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