Erlang uscì dal campo per ingaggiar battaglia alla testa dei quattro marescialli e dei due generali; sette in tutto, contando anche lui. Gli altri ufficiali ricevettero la consegna di proteggere la base e di trattenere cani e falconi. Anche le divinità con la testa vegetale avevano le loro consegne.
Giunto davanti alla Grotta del Sipario Torrenziale, Erlang constatò che le truppe scimmiesche erano disposte a regola d'arte, nella formazione a drago acciambellato. Al centro del dispositivo si alzava lo stendardo con i quattro caratteri: Grande Santo Uguale al Cielo. Erlang esclamò: "Come può una scimmia pidocchiosa pretendere una posizione uguale al Cielo?"
"Rimandiamo i commenti" proposero i sei fratelli del Monte dei Susini "e diamoci sotto."
Alla vista del vero signore Erlang, le scimmiette all'ingresso corsero a riferire a Scimmiotto. Il re scimmia prese la sua sbarra cerchiata d'oro, si aggiustò l'armatura d'oro, infilò i sandali per camminare sulle nuvole, si calcò in fronte l'elmo d'oro rosso e balzò all'aperto. Spalancando gli occhi, squadrò il vero signore: era un tipo strano e, a suo modo, seducente.
Grande prestanza e nobile eleganza,
Lunghe le orecchie sue fino alle spalle,
Occhi brillanti, un berretto tre monti,
Ai suoi piedi stivali e calze d'oro.
Alla cintura dagli otto tesori
È appesa una flessibile balestra.
Un aguzzo tridente regge in mano.
Fendendo un monte liberò la madre,
Abbatté due fenici in un sol colpo,
Sottomise otto mostri in una volta.
Sul Monte dei Susini ha i suoi fratelli.
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