Di sotto, gli dèi riponevano le armi e smontavano le palizzate. Si fecero intorno a Erlang per congratularsi: "È finita bene grazie a voi, Piccolo Santo."
"Nemmeno per sogno: è merito dell'immensa grazia dei venerabili celesti e del prestigioso potere degli dèi. Non è certo merito mio."
"Caro fratello, è inutile discutere. Portiamo su questo sacripante perché compaia davanti all'Imperatore di Giada, e preghiamolo di decidere che cosa ne dobbiamo fare."
"Saggi fratelli, voi che non figurate sul registro celeste e non potreste presentarvi a corte, assicuratevi che sia tenuto sotto buona guardia dalle truppe, mentre salgo per mettermi a rapporto insieme ai re celesti. Poi procedete al rastrellamento della montagna e, quando avrete finito, tornate al Fiume delle Libagioni. Al mio ritorno festeggeremo la vittoria, quando avrò ottenuto i debiti riconoscimenti e ricompense."
I quattro marescialli e i due generali eseguirono.
Erlang e gli altri salirono in cielo su nubi trionfali, intonando canti di vittoria. Quando furono davanti alla Sala della Penetrazione Illuminante, il precettore annunciò: "I quattro grandi re celesti hanno catturato la scimmia perversa con la collaborazione delle nostre armate. Sono venuti a sollecitare i vostri ordini."
L'Imperatore di Giada promulgò un editto che ordinava a Granforzuto e ai suoi uomini di condurre immediatamente il prigioniero sul palco delle esecuzioni capitali degli esseri perversi, e di ridurne il cadavere nei più minuti pezzettini. Ahimè, così sia!
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