Alla fin della storia l'impudenza è punita.
L'impeto di eroismo ha una breve durata.
Se poi non sapete che ne fu, della vita di Scimmiotto, non avete che da ascoltare il seguito.
CAPITOLO 7
UN OSSO DURO MESSO SOTTO CONTROLLO
IN CUI IL GRANDE SANTO RESISTE AL FORNO DEGLI OTTO TRIGRAMMI, E L'INQUIETO SI CALMA SOTTO IL PESO DEL MONTE DEI CINQUE ELEMENTI.
Sarete ricchi, felici, onorati
Secondo incarnazioni precedenti.
Voi tenetevi in guardia da bassezza:
La bontà e la lealtà daranno frutto.
La tracotanza sarà castigata
Presto o tardi: chiedetene al signore
Dell'Est. Perché castighi così duri?
Perché l'orgoglio che passa misura
Ogni norma sconvolge.
Come il racconto ci ha annunciato, il Grande Santo Uguale al Cielo fu trascinato dai soldati celesti ai piedi del palco delle esecuzioni capitali. Fu legato al palo dei vinti. Eppure, chi lo crederebbe? Sciabolato, bucato, lacerato, tritato, il suo corpo restava intatto. Indignata, la costellazione del Cucchiaio ordinò al dipartimento del fuoco di incenerirlo, ma non si riuscì nemmeno a scottarlo. I servizi del tuono si provarono a fulminarlo: non gli bruciarono un pelo. Granforzuto e i suoi colleghi lo riferirono a Sua Maestà: "Non sappiamo da dove venga questa invulnerabilità del grande santo. Sciabole, asce, fulmini non servono a niente; non siamo riusciti a fargli nemmeno una scalfittura."
"Che creatura impossibile! Che cosa si può fare di una creatura così impossibile?"
"Con tutto quello che ha mangiato!" fece notare Laozi l'altissimo. "Pesche di immortalità, ambrosia a bottiglioni, il mio elisir - cinque zucche che ne avevo preparato, cotto o crudo che fosse: tutta questa roba è passata nella sua pancia. Il fuoco del samâdhi l'ha forgiato in una massa di diamante, che niente può intaccare. Datelo a me: lo metterò a cuocere nel mio forno degli otto trigrammi, dove sarà esposto a temperature civili e militari. Quando avrò finito di preparare l'elisir di cinabro, lui non potrà che essere ridotto a un mucchietto di cenere."
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