Volle sfidare il Cielo mirando al primo posto,
Violò con noncuranza le cinque relazioni,
Ed i santi insultò. Quando la coppa è colma,
Una goccia è bastante per farla traboccare.
Ora nessuno sa quando avrà remissione.
Eliminata la scimmia perversa, il Buddha chiamò Ânanda e Kâsyapa per ritornare a casa. Ma gli corsero incontro due messaggeri che venivano dalla Sala delle Nuvole Misteriose: "Preghiamo il Beato di voler attendere un istante: la carrozza del nostro signore sta arrivando."
Il Buddha si volse e vide in effetti arrivare la Carrozza Imperiale a otto Colori, coperta da un baldacchino adorno di nove tesori luminosi. Rallegravano il corteo canti sublimi e una musica meravigliosa, si gettavano petali di fiori e si spargevano grandi flaconi di costoso profumo. L'Imperatore di Giada giunse davanti al Buddha e lo ringraziò: "Siamo debitori alla potenza della vostra Legge di aver soggiogato il mostro. Speriamo che ci farete l'onore di trattenervi, perché i nostri immortali possano festeggiarvi partecipando a un banchetto di ringraziamento."
"Il vostro umile vecchio monaco è venuto per ordine della vostra Venerabile Persona Celeste" rispose giungendo le mani il Buddha, che non osava rifiutare. "La potenza della nostra Legge non c'entra: il merito è dell'immensa buona fortuna che voi e i vostri dèi mi avete portato. Non ho certo titolo alla vostra riconoscenza."
L'Imperatore di Giada, attraverso i servizi del tuono, fece subito diramare gli inviti a partecipare a un'assemblea di ringraziamento in onore del Buddha. Furono invitati i tre puri, i quattro vetturini (come si chiamano popolarmente i quattro imperatori), i cinque anziani, i sei sorveglianti, i sette primordiali, gli otto poli, i nove luminari, i dieci ministeri, e migliaia e diecine di migliaia di santi e di perfetti.
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