Tutti si congratularono e gli fecero i complimenti, poi ciascuno in ordine di rango si ritirò per dedicarsi ai fatti suoi e godere in comune della verità celeste. Infatti
Nebbie felici coprono l'India:
È circondata da arcobaleni.
La prima terra pura dell'Ovest,
Porta reale di indistinzione.
Gibboni neri offrono frutti,
Le cerve recano dei fiori in bocca,
Danzan fenici, cantano uccelli,
Striscian nei secoli le tartarughe,
Le gru immortali beccan l'angelica.
Dolce è godere del Jetavana
E passeggiare in riva al Gange.
Sbocciano nuovi fiori ogni giorno,
Ad ogni istante maturan frutti.
Immersi in quieta meditazione
Là non si cresce e non si cala,
Là non si nasce e non si muore.
Per quanto corrano le nubi in cielo
E si avvicendino il caldo e il freddo
Là si dimenticano gli anni che passano.
Dicono qualcosa di simile anche altri versi:
A tuo piacere cammini o stai,
Non hai pensieri, non hai paure;
Terra felice priva di ostacoli,
Il tempo scorre senza stagioni.
Un giorno il Buddha convocò buddha, arhat, pusa, portatori di fulmine, guardiani, monaci e suore per dir loro: "Non so quanto tempo sia passato dopo che l'assoggettamento di quella scimmia perversa ha ricondotto la pace in cielo. Suppongo che, per i mortali, sarebbe un buon mezzo millennio. Visto che oggi è il 15 del primo mese di autunno, ecco un vaso prezioso colmo di fiori e frutti rari di ogni specie, per festeggiare la festa di Ullambana; che ve ne pare?"
Ciascuno giunse devotamente le mani e fece tre rispettosissime riverenze in segno di assenso. Il Buddha incaricò Ânanda di ricevere i fiori e i frutti, e Kâsyapa di distribuirli. Ciascuno ne fu vivamente commosso e compose versi di ringraziamento.
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