Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     Giunta ai piedi della montagna, Guanyin fu trattenuta alla porta del Tempio della Verità di Giada dal Grande Immortale Testa d'Oro, che la invitò a bere il tè. Ma la pusa temeva di far tardi e si scusò: "Il Buddha mi ha ordinato di andare nell'Est a cercare un pellegrino che venga qui a prendere i sutra."
     "Quando arriverà?"
     "Non è ancora stabilito. Fra due o tre anni, suppongo."
     Si congedò e viaggiò alla quota delle brume e delle nebbie per prendere nota del percorso.
     Lo attesta la poesia:

     Cerca di mille leghe, si capisce,
     È faticosa da portare a termine.
     Trovare l'uomo giusto non è facile,
     Né si può fare a caso.
     Predicare la Legge è una follia
     Se non si ha fede: son parole vane.
     Tuttavia essa confida nella sorte,
     Pronta a sacrificarsi per gli amici.

     Maestro e discepolo proseguivano per la loro strada, quando videro una distesa di acque basse larga più di tremila leghe: era la regione delle sabbie mobili.

     "È un passaggio molto difficile" osservò Guanyin. "Come farà ad attraversarlo il pellegrino, con corpo e ossa di comune mortale?"
     "Secondo voi, maestro, che possibilità ci sono di aggirarlo?" chiese Hui'an.
     Guanyin fermò la nuvola per vedere meglio, e osservò che

     Ad est raggiunge le dune del mare,
     Ad ovest passa ogni paese barbaro,
     Giunge a sud nel paese di Wuyi
     Ed entra a nord fra i Tartari.
     Larga ottocento li, lunga un milione!
     Vanno scorrendo le acque senza fine,
     Ribollono qua e là. Distesa immensa
     Che si sente scrosciare da lontano.
     Non vi naviga zattera, nemmeno
     Potrebbe galleggiare un fior di loto.


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