Obbedendo ai precetti della sua conversione, d'ora in poi si astenne dai cinque cibi forti e dalle tre carni ripugnanti, dedicandosi all'attesa del pellegrino.
Guanyin e Moksa si congedarono da Consapevole delle Proprie Capacità e ripresero il viaggio fra terra e nuvole. Mentre viaggiavano, videro un drago incatenato in aria che chiedeva aiuto. La pusa si avvicinò e chiese: "Chi sei, e perché subisci questo castigo?"
"Sono figlio di Aojun, il re drago dei mari occidentali. Mio padre mi ha denunciato alla corte celeste per ribellione contro l'autorità paterna, perché avevo dato fuoco alla sua sala e certe perle erano andate perdute nelle fiamme. L'Imperatore di Giada mi ha fatto incatenare per aria e mi ha condannato a trecento frustate. Ma adesso procederanno all'esecuzione capitale. Vi imploro, salvatemi se potete!"
Guanyin si precipitò con Moksa alla porta meridionale del Cielo. I precettori celesti Qiu e Zhang li ricevettero subito e chiesero chi volevano incontrare.
"Avrei bisogno di vedere l'Imperatore di Giada" rispose Guanyin.
I due precettori inoltrarono la richiesta e l'Imperatore scese dal suo trono per andar loro incontro. Dopo i saluti, la pusa spiegò: "Per ordine del Buddha stavo cercando un pellegrino nel paese dell'Est. Abbiamo incontrato sulla nostra strada un drago malvagio, incatenato in aria. Sono venuta a pregarvi di lasciarlo vivere e di assegnarmelo: risolverei il problema del mezzo di trasporto per il pellegrino."
L'Imperatore di Giada promulgò subito un decreto di amnistia, e spedì i suoi ufficiali a slegare il drago e consegnarlo a Guanyin.
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