"Chi è questo Cui Jué?"
"Era un ministro dell'imperatore vostro defunto padre. Fu prefetto di Cishou, e poi vice presidente del ministero dei riti. Quand'era vivo, eravamo amici intimi. Da morto è diventato giudice a Fengdu, e tiene i registri dei vivi e dei morti. Lo rivedo spesso in sogno. Se gli consegnerete la lettera, per riguardo al vostro umile servitore vi lascerà certo ritornare. Troverà il modo di restituirvi al mondo dei vivi e di far ricomparire il vostro nobile volto nella capitale imperiale."
Taizong prese la lettera, se la fece scivolare nella manica, poi chiuse gli occhi e morì.
Le imperatrici e le concubine dei tre palazzi e delle sei corti, il principe ereditario e i funzionari civili e militari, tutti presero il lutto, mentre la spoglia imperiale riposava nel feretro nella sala della Tigre Bianca. Ma lasciamoli alle loro cerimonie.
L'anima di Taizong si incamminò attraverso il parco, uscì dalla Torre delle Cinque Fenici e incontrò un gruppo di cavalieri della guardia imperiale vestiti di bianco. I cavalieri proposero una partita di caccia. Taizong li seguì volentieri. Tutti i contorni erano incerti e sfumati, si camminava a lungo, a lungo, finché uomini e cavalli non si videro più. Vagava solitario in una steppa desolata e senza fine, in cui non appariva alcun segno di cammino. Una voce soffocata chiamò: "Da questa parte, imperatore dei grandi Tang!"
Taizong aguzzò gli occhi nella nebbia e vide un uomo
Col nero copricapo mandarino
E una cintura di rinoceronte.
Scendono dal berretto cordoncini
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