Il giudice espresse la propria riconoscenza e chiese di vedere la missiva. Taizong se la tolse dalla manica e gliela tese. Cui Jué la prese rispettosamente, l'aprì e lesse:
Il tuo fratello minore Wei Zheng, immeritevole del tuo affetto, si permette di indirizzare rispettosamente questa missiva a te, fratello giurato, eminente giudice Cui.
Quando penso ai nostri incontri di un tempo, mi sembra di riascoltare la tua voce e di rivedere il tuo volto. Da tanti anni ormai non vengo edificato dalla tua elevata conversazione. Ti posso solo presentare le mie offerte nelle ricorrenze, senza nemmeno sapere se ti sono gradite. Ma sono felice che tu non mi abbia abbandonato e mi visiti in sogno. Così ho saputo dell'alta promozione del mio caro e rispettato fratello. Ahimè! i mondi della luce e delle tenebre sono separati da un tale abisso, che ci vieta di incontrarci.
Oggi ti scrivo in occasione della morte improvvisa di Taizong, l'imperatore Wen. Suppongo che debba comparire davanti ai Tre Servizi, e dunque lo incontrerai. Ti prego, in nome della nostra amicizia di una volta, di consentirgli di ritornare fra i vivi, se esiste la minima possibilità. Sarebbe un'eccezionale testimonianza del tuo affetto, di cui ancora ti ringrazio. Credimi, tuo...
La lettura riempì di gioia il giudice, che disse: "So che Wei Zheng ha proceduto in sogno all'esecuzione capitale del drago, e lo ammiro per questo atto di giustizia. Inoltre gli sono obbligato per la cura che si è preso dei miei figli e nipoti. Dopo avermi dato questa lettera, vostra maestà può rassicurarsi: il vostro indegno servitore garantisce che ritornerete fra i vivi e salirete di nuovo la soglia del vostro palazzo."
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