Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


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     "Dove siamo?" chiedeva Taizong.
     "Questi sono i diciotto inferni dietro il Monte delle Tenebre."
     "Sono proprio diciotto?"
     "Certo. Permettetemi di enumerarli:
     "Ci sono l'inferno lacera-tendini, quello della buia pena e quello della fossa di fuoco: non contengono che tormenti e desolazione; vi sono castigati coloro che hanno commesso parecchi tipi di peccati.
     "Ci sono l'inferno della Capitale, quello tenaglia-lingua e quello scortica-vivo: lì pianti, gemiti, scoraggiamento e prostrazione; vi si puniscono la slealtà e l'empietà che offende la religione; ci cadono gli ipocriti con la bocca di buddha e il cuore di serpente.
     "Ci sono l'inferno trita-mulino, quello macina-pepe e quello spiaccica-ruota: la pelle scoppia, le carni sono disintegrate, i denti digrignano; ci vanno imbroglioni e adulatori.

     "Poi ci sono l'inferno di ghiaccio, quello delle mutilazioni e quello degli sbudellamenti: lì la gente è sporca e scarmigliata, corruga la fronte, strizza gli occhi; ci va chi turlupina la gente semplice, imponendole falsi pesi e falsi vincoli.
     "Ci sono l'inferno olio-bollente, quello delle tenebre e quello del monte dei coltelli: si trema e ci si lamenta. Ci cade chi affligge i buoni con la violenza e la brutalità; i condannati curvano la schiena e incassano la testa fra le spalle, ma non possono sottrarsi ad atroci sofferenze.
     "Infine ci sono l'inferno lago-di-sangue, quello forno-senza-perdono e quello del flagello-e-bilancia: lì si scortica fino all'osso, si frantumano le membra e si strappano i tendini; ci cade chi uccide per cupidigia, o massacra gli animali.


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