"Sono desolato, maestro, di avervi costretto a percorrere tanta strada."
"Mi raccomando, quando vostra maestà sarà ritornata fra i vivi, non manchi di far celebrare la Grande Cerimonia dell'Acqua e della Terra in suffragio delle anime abbandonate. Fatelo a ogni costo. Se verranno tacitate le rimostranze del mondo delle tenebre, il mondo della luce godrà della Grande Pace. Se sarete instancabile nel riformare i costumi e guiderete tutti con il buon esempio, siate sicuro che vostra maestà sarà la gloria delle generazioni future, e il vostro dominio terrestre ne risulterà consolidato."
L'imperatore approvò le esortazioni, si congedò dal giudice e oltrepassò la porta in compagnia del maresciallo Zhu. Subito vide un cavallo baio dalla criniera nera, riccamente bardato. Zhu lo aiutò a montare in sella, e il cavallo partì come una freccia.
Giunsero sulla riva del fiume Wei e videro una coppia di carpe dorate che saltavano a gara sull'acqua. L'imperatore si fermò a osservare: lo spettacolo lo affascinava.
"Maestà!" gridava Zhu. "Dobbiamo entrare in città prima che sia troppo tardi!"
L'imperatore, intento allo spettacolo, non si muoveva. Il maresciallo lo afferrò per un piede, gridò: "Che cosa aspettate?" e lo rovesciò nel fiume con un tonfo. Fu così che Taizong sfuggì al mondo delle ombre e si ritrovò in quello dei vivi.
Intanto, alla corte dei Tang, gli alti dignitari civili e militari si erano riuniti nel palazzo dell'est per assistere e proteggere il principe ereditario, che celebrava il lutto nella Sala della Tigre Bianca con l'imperatrice, le concubine imperiali, le dame di corte e il capo dei servizi. L'opinione unanime era che si dovesse proclamare il lutto in tutto l'impero e procedere a incoronare il principe ereditario. Ma intervenne Wei Zheng: "Signori, non lo fate! Non si deve! Mettere in allarme le province potrebbe avere gravi conseguenze. Aspettate un giorno: il sovrano ritornerà in vita."
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