Aprirono il feretro, e infatti Taizong non ci stava disteso, ma seduto; e gridava: "Mi voleva affogare! Chi mi ha tirato fuori?". Xu Mougong lo sostenne: "Svegliatevi! Non avete nulla da temere. Siamo tutti qui per proteggere vostra maestà."
Infine l'imperatore aprì gli occhi e disse: "Che brutta esperienza! Quando ero appena sfuggito ai diavoli orrendi dell'inferno, mi hanno voluto affogare."
"Vostra maestà si rassicuri. Ma che cos'è questa storia dell'affogamento?"
"Cavalcavo in riva alla Wei, guardavo due carpe dorate che giocavano nell'acqua, quando il maresciallo Zhu mi ha gettato in acqua a tradimento per affogarmi."
"Vostra maestà sente ancora l'alito dei fantasmi" concluse Wei Zheng, e fece portare un decotto calmante. Gli diedero anche pappa di riso, e dovette mangiarne parecchia prima di ritornare in condizioni normali e riconoscere cose e persone.
Fra la morte dell'imperatore e il suo ritorno erano trascorsi tre giorni e tre notti. Come dicono i versi:
Ne accadono al mondo di tutti i colori,
Successi, insuccessi, e mille stranezze.
Ma niente di simile è mai stato visto.
Al cader della notte gli alti dignitari raccomandarono all'imperatore di andare a coricarsi negli appartamenti privati, e si ritirarono.
L'indomani indossarono, invece degli abiti di lutto, vesti di colore vivace, mantelli scarlatti con berretti neri, cinture di porpora con fibbie d'oro, e si recarono al portale delle udienze.
Taizong, che aveva goduto di un lungo sonno riparatore, si era alzato al mattino pieno di energia e aveva ritrovato tutta la sua dignità:
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