Wu Cheng'en
VIAGGIO IN OCCIDENTE


Pagina 224
1-100- 200-300- 400-500- 600-700- 800-900- 1000-1100- 1200-1300- 1400-1500- 1600-1700- 1800-1900-1924

[Indice]


     Grande corona in capo, con veste ocra e rossa,
     La cintura di giada azzurra di Lantian,
     Con i piedi calzati da stivali imperiali,
     Oggi impugna di nuovo del potere le redini
     Con rinnovato ardore e grande maestà.
     Un grande imperatore di pace e di giustizia,
     Li, dal mondo dei morti ritornato alla vita.

     Il sovrano salì alla Sala Preziosa delle Campanelle d'Oro e riunì in assemblea i funzionari civili e militari. Dopo averlo applaudito, ciascuno prese posto secondo il suo rango. L'imperatore ordinò: "Coloro che devono presentare comunicazioni si facciano avanti; gli altri possono ritirarsi."
     I dignitari, da destra e da sinistra, avanzarono fino ai gradini di giada bianca, si prosternarono e chiesero: "Come mai vostra maestà ha tardato così a lungo a risvegliarsi dal suo ultimo sogno?"

     "Quel giorno, quando Wei Zheng mi diede la lettera, la mia anima uscì dalla sala. Alcune guardie della Foresta di Piume mi invitarono a caccia. Procedemmo per un buon tratto, ma esse scomparvero senza lasciar traccia. Incontrai il mio defunto padre e i defunti fratelli, che mi aggredirono; non sapevo come liberarmene, ma un uomo in abito nero gridò loro di allontanarsi: era il giudice Cui Jué. Gli consegnai la lettera di Wei Zheng. Due valletti vestiti di blu, che reggevano uno stendardo, mi condussero nella Sala della Rete della Foresta delle Apparenze, dove sedevano i dieci giudici infernali. Mi esposero il caso dell'infondata querela del drago del fiume Jing, che mi accusava di averlo lasciato giustiziare dopo che gli avevo promesso di salvarlo. Spiegai com'erano andate le cose. Mi dissero che il caso era già stato esaminato e archiviato dai Tre Servizi. Poi si fecero portare dal giudice Cui il registro dei vivi e dei morti, per verificare il tempo assegnato della mia vita. Il re Yama disse che il Cielo mi concedeva trentatré anni di regno; poiché ne erano trascorsi solo tredici, ne rimanevano altri venti. Perciò incaricarono il giudice Cui e il maresciallo Zhu di riaccompagnarmi. Al momento del congedo promisi ai dieci giudici di inviar loro dei meloni per attestare la mia gratitudine. Lasciata la sala, visitai gli inferni, dove i traditori, gli empi, gli ingiusti, i truffatori, i ladri e gli stupratori subiscono i peggiori supplizi e sono pestati, bruciati, tagliati, fritti, scorticati e impiccati: mille scene indimenticabili. Poi arrivai nella città di Malamorte, abitata da una quantità incredibile di anime in pena, briganti e banditi, che mi sbarrarono la strada. Per fortuna potei prendere in prestito, con l'avallo del giudice Cui, un intero magazzino d'oro e d'argento da un certo Xian Liang del Henan; con quel denaro mi riscattai dai fantasmi e proseguii il viaggio. Al momento di lasciarmi, il giudice Cui mi raccomandò molto di far celebrare, al mio ritorno fra i vivi, una grande cerimonia in suffragio delle anime abbandonate. All'ingresso dei Sei Cammini della Trasmigrazione, il maresciallo Zhu mi invitò a montare un cavallo che mi portò di volo sulle rive del fiume Wei. Mentre mi divertivo a osservare le evoluzioni di una coppia di pesci nell'acqua, il maresciallo mi ci gettò dentro. Fu a questo punto che ritornai in vita."


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]