Stelle del cielo adornano il colletto
Serrato da un gancetto di velluto
Con un anello d'oro. È destinato
Certamente Xuanzang a grandi cose
Per ricevere doni sì preziosi.
Come un arhat sceso dal Paradiso
Dell'Ovest dentro il mondo dei viventi.
Suonano i nove anelli del bastone,
Ricco berretto ricopre il suo capo:
Egli è proprio del Buddha il degno figlio,
Più grande della bodhi, non vi pare?
I mandarini civili e militari emettevano gridolini di ammirazione, Taizong era tutto contento. Fece scortare il maestro della legge da due compagnie di guardie d'onore e da molti dignitari, dalla porta del palazzo giù per la strada principale della città fino al monastero, come se fosse il corteo per festeggiare il successo di un primo laureato. Una processione sensazionale. Nelle vie tutti sgomitavano per farsi avanti a vedere lo spettacolo, mercanti e facchini, principi e figli di papà, scrivani e letterati, grandi e piccini, uomini e donne. Ed esclamavano: "Che bel maestro della legge! Sembra un arhat disceso sulla terra, un buddha vivo tra i mortali."
I monaci vennero incontro a Xuanzang per onorarlo. A vederlo indossare quel kasâya, con quel bastone in mano, si dicevano che era il pusa Dizang che veniva a visitarli. Xuanzang salì alla sala, bruciò incenso, pregò Buddha e raccontò a lungo all'uditorio quali e quanti favori aveva ricevuto dalla sacra persona dell'imperatore; poi ciascuno ritornò al suo atteggiamento di meditazione.
Presto il sole tramontò.
Entro la bruma gli alberi si perdono,
I lampioni si accendono; si odono
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